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Nata dopo la guerra per ripartire dal valore della terra e da un simbolo di pace, l’olivo, l’UNAGRI si è formata attorno a un gruppo di agricoltori che hanno condiviso lo sforzo di costruire un proprio frantoio sociale, nel 1950, con l’idea di unirsi per non sottostare ai potentati locali rappresentati da quelle poche famiglie che disponevano di rari frantoi presenti nella zona e alzavano i prezzi per fare profitto sulle moliture di chi era costretto a rivolgersi a loro.
Mentre alcuni olivi della zona superano i cento e i duecento anni di vita, sopravvissuti anche alle guerre, questa corsa tra i secoli dell’Itrana sembra dover subire una battuta di arresto e il rapporto che da sempre ha legato Itri a questi alberi potrebbe incrinarsi e arrestarsi proprio a causa della carenza di manodopera e di nuovi soci.
“Abbiamo partecipato a un progetto del PNRR che ci consentirà di avere un finanziamento al 50% di un impianto fotovoltaico pari a 80 metri che coprirà tutto il tetto del frantoio e ci consentirà di essere autonomi. A giorni verrà installato” dice il presidente. “Inoltre, ci impegniamo costantemente per insegnare ai nostri associati e ai clienti non associati come debbano essere effettuate le potature e come si usino i fitofarmaci affinché ci sia una produttività adeguata. Costantemente, effettuiamo monitoraggi sulla presenza della mosca olearia che interviene in caso di umidità e abbiamo una serie di aziende spia sul territorio che ci consentono di fare costantemente il punto e di agire con prodotti non invasivi per tempo” spiega.
Il cambiamento climatico, la siccità, il caldo eccessivo e le piogge, contribuiscono tutte in egual modo al calo di produzione. “Quest’anno c’è una grande carenza di olio. Per quanto il nostro sia di una qualità tale e una cultivar che ha un prestigio non indifferente che ci ha consentito di vendere il nostro prodotto a 18 euro al litro- racconta Meschino-. Noi riusciamo a vendere le olive Itrane, cosiddette di Gaeta, anche all’estero. Proprio ieri sono arrivate delle commesse dall’Olanda e dalla Svizzera- dice orgoglioso il presidente UNAGRI-. La legge sull’eno-oleoturismo della Regione Lazio è essenziale, in tal senso. All’interno di una DMO (Destination management organization) dell’Università di Cassino siamo riusciti a inserire il nostro frantoio nel circuito del Cammino di San Filippo Neri che arriva sino a Gaeta e ciò riteniamo possa essere importante per la promozione dell’oliva itrana”.
Il cambiamento climatico, la siccità, il caldo eccessivo e le piogge, contribuiscono tutte in egual modo al calo di produzione. “Quest’anno c’è una grande carenza di olio. Per quanto il nostro sia di una qualità tale e una cultivar che ha un prestigio non indifferente che ci ha consentito di vendere il nostro prodotto a 18 euro al litro- racconta Meschino-. Noi riusciamo a vendere le olive Itrane, cosiddette di Gaeta, anche all’estero. Proprio ieri sono arrivate delle commesse dall’Olanda e dalla Svizzera- dice orgoglioso il presidente UNAGRI-. La legge sull’eno-oleoturismo della Regione Lazio è essenziale, in tal senso. All’interno di una DMO (Destination management organization) dell’Università di Cassino siamo riusciti a inserire il nostro frantoio nel circuito del Cammino di San Filippo Neri che arriva sino a Gaeta e ciò riteniamo possa essere importante per la promozione dell’oliva itrana”.